Valery Larbaud; Barnabooth; Vers libre; Michel Murat
Abstract :
[it] Nel mio intervento, focalizzandomi sulla libertà come stile linguistico ed espressivo, illustrerò le possibilità ritmiche del verso libero di Valery Larbaud (1881-1957). Analizzerò una serie di esempi di dissacrante ma raffinata ironia metrica per mostrare i suoi peculiari tentativi di sovversione e liberazione formale.
Nel 1908 Larbaud pubblica la prima edizione di quella che sarà la sua unica raccolta poetica, Poèmes par un riche Amateur, riedita da Gallimard nel 1913 con importanti tagli e modifiche e con il titolo di A. O. Barnabooth, Ses Œuvres complètes, c’est à dire un Conte, ses Poésies et son Journal intime.
L’invenzione del «ricco amatore» Archibald Olson Barnabooth, poeta non francofono che dopo alcuni esperimenti in altre lingue decide di scrivere in francese e nello stile internazionale del verso libero, permise a Larbaud di introdurre nella poesia della sua lingua madre una nuova forma di verso libero che sorpassava alcune delle aporie in cui si era rinchiuso il movimento verslibriste di fine Ottocento. L’intento di Larbaud era quello di distaccare la poesia francese dal suo genio nazionale per inscriverla in un più ampio e moderno spazio occidentale.
Secondo Murat (2009) la breve «opera completa» di Barnabooth costituisce la prima raccolta coerente e caratteristica del verso libero modernista francese.
In sintesi, le caratteristiche principali del verso libero di Larbaud sono le seguenti: l’abbandono della rima; la ricerca di una metrica narrativa sulla scorta del versetto biblico whitmaniano; versi lunghi che contengono lacerti metrici classici, frammenti di alessandrini impiegati ironicamente; il frequente ricorso all’enjambement; la costruzione dei versi sulla ricorrenza di quattro o cinque accenti principali.
Commentando alcuni casi emblematici della raccolta evidenzierò la nuova concezione poetica di Larbaud: una sorta di fraseggio parlato il cui centro di gravità si situa tra la «frase modulée» e le «intonations familières». Ne descriverò la rivoluzione formale, il cambio di paradigma retorico, per illustrare un tentativo storicamente fondamentale nella progressiva liberazione metrica che si realizza in Francia nella prima metà del XX secolo.
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