Community supported agricolture (in italiano Comunità che Sostiene Agricoltura, d’ora in avanti il termine verrà riportato solo come acronimo) è una forma di organizzazione dell’attività di produzione e del consumo dei prodotti dell’agricoltura che si basa sull’alleanza fra chi produce il cibo e le persone che lo mangiano. In Italia, in particolare in Emilia-Romagna, si sono diffuse in forma di cooperativa agricola di produzione e consumo, composta da soci che lavorano, soci che fruiscono e soci che sovvenzionano, opera a livello strettamente locale, valorizzando l’economia del territorio. Antispecista sta a evidenziare che nessun animale umano e non umano è stato sfruttato, e in particolare che in nessuna fase della lavorazione siano stati utilizzati prodotti di derivazione animale.
In Notizie Istoriche dell’Antica Selva di Lugo, raccolte dal Canonico Leopoldo Bertoldi, un documento datato 1796, già ci sono menzioni al mercato bovino e soprattutto a quello dei bachi da seta, che godeva di particolari condizioni di privilegio sin da epoca estense, poi rinnovati durante lo stato pontificio.
Vedi La Romagna Agricola, Industriale, Commerciale (1924).
Questo contributo non intende soffermarsi sull’analisi delle tecnologie che operano la selezione attraverso il genoma (quindi genetica applicata alle tecnologie algoritimiche), ma mostrare la continuità in cui si sono sviluppate le pratiche di selezione, all’interno di specifiche congiunture storiche e politiche.
La giustizia riproduttiva si riferisce a una prospettiva antirazzista e femminista nera che ha evidenziato come gli imperativi riproduttivi assoggettino i corpi in modo diverso. Da un lato, impedendo l’accesso alle pratiche contraccettive e all’aborto (e questo vale per molte donne bianche in Occidente, in paesi come gli Stati Uniti e l’Italia); dall’altro, altri soggetti sono ancora violentemente privati della possibilità di riprodursi attraverso l’esclusione dal welfare, dalle tecnologie di riproduzione e dalla sterilizzazione vera e propria (a titolo di esempio, ricordo che la sterilizzazione è una condizione per accedere ai protocolli di conferma del genere per le persone trans in molti paesi, è ancora perpetrata nei confronti delle donne sudamericane nei centri di detenzione ai confini degli Stati Uniti come retaggio di una storia molto recente di eugenetica e supremazia bianca in Europa e nei paesi coloniali; inoltre, l’infertilità è l’effetto primario o l’effetto collaterale di altre patologie che colpiscono le persone che vivono in un ambiente intossicato e sovra-inquinato) (Clarke & Haraway 2018; Davis 1981; Ferrante 2022; Vergès 2017).
Per un’efficace definizione del concetto di responsabilità nel pensiero di Donna Haraway, rimando a Timeto: «Respons-abilità: la capacità di rispondere all’altro, ma anche di rendere l’altro capace di rispondere. La reciprocità delle risposte esiste solo fuori dalla nominazione: le relazioni richiedono risposte, l’identità no. La respons-abilità è virale, è distribuita, è storica. Non esistono formule stabilite per risposte sempre uguali» (Timeto 2019).
L’analisi delle storie dei nomi «propri» dei tori meriterebbe una trattazione a sé; in diverse vi-site gli allevatori ci hanno raccontato le storie legate a ciascun nome, legandole a persone, aneddoti e caratteristiche di cui l’animale diventava custode. Purtroppo, non ho abbastanza riferimenti per poter raccogliere le tracce di queste storie nell’album, tuttavia qui segnalo che Santerno è anche il nome di un fiume che attraversa la Romagna.
La prima foto data 1922 e a capo dell’azienda abbiamo Mario Pattuelli, il padre di Silvia sopraggiunge nel 1964, ma nel 2008 scompare improvvisamente a causa di un incidente e abbiamo così l’ulteriore passaggio generazionale a Silvia e sua sorella.
Questo attributo di gentile è il nome della sottorazza che permise di distinguerla dalla cosiddetta «montagnola». Nella rivista La Romagna Agricola, Industriale, Commerciale in un documento a firma del neonato Comitato Zootecnico (89) si fa riferimento alla selezione di alcune caratteristiche che la renderebbero più proporzionata, «aggraziata»; la «gentilezza», infatti, sarebbe in contrapposizione alla «rusticità», che manifesta una maggior attitudine al lavoro, per i muscoli molto sviluppati.
«Non possiamo pensare che tutte le razze siano apparse improvvisamente così perfette ed utili quali le vediamo ora. [...] La natura fornisce una serie di variazioni e l’uomo le fa convergere in direzioni a lui convenienti. In questo senso si può dire che si fa da solo le razze utili» (Darwin 2006, 108).
Il corsivo qui e di seguito segnala che riporto esattamente la didascalia come si presenta nell’album.
Metto qui la maiuscola come pietra d’inciampo che segnali il genere di questi umani all’interno di una relazione di potere di molti strati, tra cui il genere e la specie.
Estratto conversazione con Silvia Pattuelli 24 Gennaio 2022, intervista prodotta, registrata e archiviata da Antonia Anna Ferrante e Daniele Valisena. Utilizzata con il consenso e l’approvazione dell’interessata.
Qui annoto un’incongruenza tra le due date di nascita riportate.
Ho scelto di annotare in questo modo la parola «r.esistenza» per porre enfasi sulla congiunzione tra l’esistenza e la resistenza. Riflettendo su come annotare questa enfasi ho scelto di evitare lo slash (/) perché mi pare che implichi un’alternanza, inappropriata a questa manifestazione di esistenza attraverso la resistenza e viceversa.
Questo termine viene introdotto nell’album per segnalare che il toro si è qualificato nelle competizioni.
Estratto conversazione con Silvia Pattuelli 24 Gennaio 2022, intervista prodotta, registrata e archiviata da Antonia Anna Ferrante e Daniele Valisena.
Come si può leggere nella tesi di dottorato di Marco Marigliano, discussa nel 2018, intitolata Il problema dell’innovazione in zootecnia in prospettiva storica: il caso della Frisona Italiana, la diffusione di questa pratica arriverà con tale ritardo in Italia, da far pensare ad alcuni studiosi come Corti, che l’introduzione sia avvenuta addirittura negli anni Settanta. A pagina 87 di questa tesi ancora inedita: «Corti afferma che tale introduzione è cominciata a partire dal 1972, mentre Tonidandel afferma che era già cominciata nel 1950. Riteniamo più plausibile il dato di Corti in quanto, nel 1950, la fecondazione artificiale con seme congelato non era ancora stata implementata a dovere neanche a livello europeo, cosa che avverrà solo nel 1952 con il Secondo Congresso Internazionale sulla Fisiologia della Riproduzione Animale e sulla Fecondazione Artificiale che si tenne a Copenaghen nel 1952. Cfr. Corti, La Bruna, op. cit., e Tonidandel, La razza Bruna Alpina, op. cit., p. 7».
Penso ad esempio al caso del Blue Belgian. Si tratta di un bovino selezionato e divenuto simbolo dell’allevamento in Belgio e obiettivo per molti altri paesi. Questo animale si presenta con una massa muscolare oltremodo sviluppata, tale da sembrare un body builder; io e Silvia, confrontandoci e paragonando le immagini dei tori esprimiamo la nostra compassione per un animale che io non esito a definire «mostruoso», ed è veramente difficile capacitarsi come quel corpo sia il risultato desiderato di una pratica di selezione, che ha proprio questo sviluppo ipertrofico muscolare come proprio obiettivo. L’animale che ho avuto modo di osservare durante gli studi sul campo nei laboratori di Awé era incapace di muoversi e non avrebbe possibilità di autonomia fuori dai ridotti spazi stabulari. Quel corpo immenso, sogno dell’allevatore, orizzonte del laboratorio, è ai miei occhi la prigione.
Il riferimento è a una visita presso il laboratorio di Awé della Walloon Association of Livestock Farmers.
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