Unpublished conference/Abstract (Scientific congresses and symposiums)
Gli scavi di Ostia Antica e lo sviluppo marittimo di Roma nei primi decenni del Novecento
Mainet, Grégory
2021Da Roma al mare : politica, archeologia, urbanistica (1900-1945)
 

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Keywords :
Ostie; Histoire de l'archéologie; Archives
Abstract :
[it] Nel II secolo d.C. la foce del Tevere era un centro economico fiorente, dove si trovavano il porto marittimo di Roma e la colonia romana di Ostia, ricostruita in età traianea e adrianea e definita amoenissima civitas da Minuccio Felice in età severiana. Dopo la caduta dell’Impero romano, il territorio litoraneo fu abbandonato progressivamente e diventò una cava di materiali di costruzione per la città di Roma e altre città tirreniche. Nello stesso tempo, la natura fece il suo corso: nei primi dell’Ottocento, quando i primi scavi pontifici furono eseguiti sotto la direzione di Giuseppe Petrini, all’epoca di Pio VII, Ostia era una zona paludosa e malarica. I rari contadini che sfruttavano questo territorio inospitale vivevano nel borgo vicino e molti di essi andavano via nei mesi d’estate per colpa della “cattiva aria” o “mala aria”. E lo stesso avveniva per i galeotti stanziati nel castello di Giulio della Rovere e impiegati negli scavi ottocentesco. Sotto il pontificato di Pio IX fu costituita la “Società Pio-Ostiense per le saline e bonificamento dello stagno di Ostia” allo scopo di sistemare e sfruttare questa parte dell’Agro Romano, in particolare le saline. Tale impresa non ottenne però risultati positivi. L’entrata dei Bersaglieri in Porta Pia il 20 settembre 1870 pose fine alla suddetta società. Tuttavia, la bonifica del territorio nei pressi della capitale del regno d’Italia rimaneva una delle preoccupazioni maggiori del governo italiano. Nell’autunno 1884, i primi Romagnoli dell’Associazione Generale Operai Braccianti Ravennati (AGBOR) giunsero la foce del Tevere per bonificare il territorio circostante. Tale lavoro, faticoso e pericoloso a causa dell’onnipresenza della zanzara anofele, vettore principale della malaria, non era completamente compiuto quando la bonifica idraulica fu sospesa nel 1891, per ragioni indipendenti della volontà dell’AGOBR, e la zona littoranea dell’Agro Romano rimaneva insalubre. La Colonia Agricola Ravennate, fondata poco dopo la fine dei lavori di bonificamento, aveva fatto sperare una fruizione economica del territorio ostiense, ma quest’ultimo si rivelò inadatto alla coltivazione intensiva. All’inizio del Novecento, la zona rimaneva in margine, lontana da importanti vie di comunicazione e difficilmente accessibile da Roma. Il borgo di Ostia Castello, popolato da qualche famiglie ravennati, era isolato in mezzo a un territorio inospitale, come anche il sito archeologico vicino, scavato periodicamente con pochissimi finanziamenti. Un progetto promovendo lo sviluppo marittimo di Roma portò però nuove speranze. Nel corso dell’Ottocento, diversi progetti avevano proposto di dare a Roma un nuovo porto marittimo. Negli ultimi anni del secolo, l’Ing. Paolo Orlando si appassionò al problema dello sviluppo marittimo e industriale di Roma e propose un progetto di massima ambizioso per costruire un porto sulla spiaggia di Fusano. Un canale artificiale collegava il porto d’approdo a una darsena costruita nella zona di San Paolo ritenuta dai Piani Regolatori del 1873 e del 1883 una sede appropriata per lo sviluppo industriale della città. Il progetto prevedeva pure la costruzione di un sobborgo marino, Ostia Nuova, collegato a Roma con una ferrovia elettrica. Inoltre, l’ingegnere aveva integrato al suo progetto la costruzione di nuove borgate tra Roma e il littorale per alloggiare gli operai della nuova zona industriale: è in questo contesto che la Garbatella e Acilia furono progettate. I lavori iniziarono soltanto dopo la nomina di Orlando all’Ufficio Agro Romano e Annona a giugno 1914, dopo anni di attività propagandista. Benché il progetto non fosse mai completato, i lavori eseguiti modificarono in modo duraturo l’assetto territoriale del littorale romano. Per attuare questo progetto ambizioso, Orlando aveva capito prestissimo la necessità di coinvolgere l’opinione pubblica per forzare l’intervento finanziario dello Stato e del Municipio di Roma. A tale scopo, fondava il Comitato Nazionale Pro Roma Marittima a febbraio 1904, che fu lo strumento principale per promuovere la costruzione di un porto marittimo presso le istituzioni politiche e l’opinione pubblica. L’assemblea costituente affidò la presidenza effettiva a Orlando, mentre Prospero Colonna, allora sindaco di Roma, fu nominato Presidente onorario. Il Comitato utilizzò nella sua propaganda l’antico porto marittimo della capitale dell’Impero Romano “per attrare l’attenzione del pubblico all’idea […] di far rivivere Roma sul mare”. Non stupisce quindi che si trovassero archeologhi famosi tra i socii della nuova associazione, come il Prof. Dante Vaglieri che arrivò alla direzione degli scavi di Ostia nel 1907. Tra le prime manifestazioni patrocinate dal Comitato, una conferenza fu proprio dedicata al suddetto sito archeologico. Il Prof. Luigi Borsari, allora direttore degli scavi, presentò una conferenza al Collegio Romano il 16 aprile 1904, dal titolo “Ostia e l’antico porto di Roma”. Poco dopo, Orlando proponeva un’altra conferenza che faceva pendant, dal titolo “Roma porto di mare”. Poi, le suddette conferenze furono pubblicate dal Comitato, in forma di opuscoli. Inoltre, il presidente Orlando indusse i responsabili dell’Associazione per il Movimento Forestieri a pubblicare la prima guida “turistica” degli scavi di Ostia. Quest’ultima indicava i mezzi per andare sul littorale (la ferrovia non esisteva) e fu diffusa gratuitamente in 10 000 esemplari. Orlando si fece anche promotore di un Consorzio Nazionale per gli Scavi di Ostia, ma tale progetto non fu mai attuato. Nel 1908, il Comitato si dotò di un periodico, dal titolo “Roma Marittima”, per propagandare le proprie idee. Dava notizie dello scavo archeologico, anzi ché delle intervenzioni di Orlando presso le autorità politiche per ottenere finanziamenti supplementari per lo sterramento dell’antico porto di Roma. La colmatura del Fiume Morto, negli anni 1907-1910, è significativo a tale proposito. Nonostante la bonifica idraulica eseguita dai Romagnoli tra 1884 e 1891, una zona paludosa e malarica si trovava nei pressi della borgata di Ostia all’inizio del Novecento. Gli abitanti richiedevano un intervento dello Stato per il bonificamento di tale stagno. Il Ministro dei Lavori Pubblici dell’epoca, Pietro Bertolini, progettava nel 1907-08 di colmare il Fiume Morto con gli scarichi dei vicini scavi di Ostia. Propose che il suo Ministero pagasse lo sterramento dell’antica città fino al completamento dei lavori di colmatura e il ministero della Pubblica Istruzione la sistemazione archeologica della zona scavata. Il suo collega della P. I., Luigi Rava, era però poco entusiastico per diversi motivi. Orlando, in qualità di presidente del Comitato Pro Roma Marittima, esercitò pressione sul Ministro perché accettasse il suddetto progetto. A tale scopo gli scriveva lettere e lo condusse a Ostia, dove il direttore degli scavi dell’epoca, Dante Vaglieri, fece la guida. Rava accettò finalmente e gli sterramenti iniziarono il 25 novembre 1908. In altre parole, l’attività promotrice del Comitato e del suo presidente effettivo contribuì senza nessun dubbio alla ripresa degli scavi alla foce del Tevere. I lavori eseguiti in vista della colmatura di Fiume Morto segnarono una svolta importantissima nello sviluppo degli scavi di Ostia, perché evidenziarono la potenzialità dello scavo scientifico con mezzi finanziari adeguati. Dopo il risanamento dello stagno paludoso, la direzione degli scavi ottenne finanziamenti maggiori dal Ministero della P. I. In particolare, un progetto di legge proposto dal Ministro Credaro e approvato a marzo 1912 accordò l’assegnazione straordinaria di £ 630 000 per gli scavi di Ostia. Il periodico Roma Marittima dedicò ampio spazio a questa assegnazione e non mancò di sottolineare che essa “ha il grande valore ideale e pratico di un nuovo passo verso la definitiva conquista dell’opinione pubblica, in favore […] di ridare alla terza Roma il posto che le spetta di diritto tra le città marittime d’Italia”. Il diario di Orlando mostra che egli esercitò la sua influenza sulla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, sul ministero della P. I. e quello delle Finanze di modo che la direzione degli scavi ottenesse i finanziamenti necessari al proseguimento del lavoro di scavo e alla conservazione dei manufatti antichi. A tale scopo, accompagnò di persona diverse personalità politiche sullo scavo per una visita guidata dal Vaglieri stesso. Le elezioni municipali del 14 giugno 1914 portarono al governo di Roma una Giunta conservatrice con a capo il sindaco Prospero Colonna: Paolo Orlando s’impegnò allora nella nuova amministrazione comunale e fu preposto all’Ufficio Agro Romano e Annona. La nuova municipalità era in gran parte convinta dal progetto di porto marittimo promosso dal Comitato Pro Roma Marittima e i primi lavori di sistemazione del sobborgo littoraneo iniziarono in quel periodo. Da questo momento in poi, il rapporto dell’assessore Orlando con gli scavi di Ostia cambiò sostanzialmente. In tale rispetto, il suo diario è significativo: menzionò soltanto riunioni con il direttore degli scavi per aumentare la cadenza dello sterro, perché la tegolozza e il pietrame provenienti dallo scarico archeologico erano trasportati fino a Ostia Nuova per sistemare le massicciate delle nuove strade. In altre parole, la città antica non era più un mezzo per attrare l’attenzione del pubblico, ma una cava di materiali per la sistemazione del sobborgo marino. Non era la prima volta che gli scarichi erano adoperati a questa fine: tra il 1905 et il 1907 “parziali scavi si erano eseguiti per ricavare macerie utili alla formazione del ‘Viale del Comitato’”, cioè il prolungamento della via Ostiense fino al mare. È molto probabile che i suddetti scavi corrispondono a quelli pubblicati nelle Notizie degli scavi di Antichità dell’epoca. La quantità di materiale richiesta per la costruzione di Ostia Nuova superava però quella necessaria per la sistemazione del viale del Comitato. Un contratto fu stipulato a gennaio 1915 tra il nuovo direttore degli scavi, Roberto Paribeni, e il Municipio di Roma per portare gli scarichi inutili fino al cantiere della nuova città. L’amministrazione comunale pagava gli operai e l’attrezzatura necessaria per il lavoro di sterro archeologico, mentre la direzione scientifica degli scavi era affidata agli archeologhi. I giornali di scavo e le relazioni quindicinali redatte dal soprastante Raffaele Finelli tra 1915 e 1923 testimoniano del contratto stipulato: quest’ultimo ebbe dirette conseguenze sugli obietti scientifici e sull’economia del cantiere. Paribeni fecce sterrare zone ampie per ottenere una grande quantità di materiali utilizzabili per la sistemazione delle massicciate. Al contrario, pochissimi saggi di scavo furono aperti in questo periodo e l’esplorazione delle fasi più antiche della città fu in gran parte sospesa. Tale accordo tra la Giunta comunale e la Direzione degli scavi permise però di proseguire i lavori di scavo, quando il regno d’Italia entrò in guerra contro l’Impero austriaco-ungherese. Dopo la fine delle ostilità, Paolo Orlando richiese alle autorità militare prigionieri di guerra per intensificare i lavori di sistemazione della nuova città marittima. Ne ottenne 5000 e alcuni furono adibiti agli scavi archeologici. Tuttavia, Finelli si lamentò nelle sue relazioni della debolezza di questi lavoratori che non parlavano italiano. Il sistema stabilito tra il Municipio e la Direzione degli scavi fu mantenuto quando fu creata nel 1919 l’Ente Autonomo per lo Sviluppo Marittimo e Industriale di Roma (SMIR) fino al suo scioglimento nel 1923, su ordine del nuovo governo fascista, inizialmente avverso ad ogni iniziativa volta a promuovere la sviluppo industriale di Roma.
Research Center/Unit :
Scuola Normale Superiore di Pisa
Disciplines :
Archaeology
Author, co-author :
Mainet, Grégory ;  Université de Liège - ULiège > Département des sciences historiques > Histoire de l'art et archéologie de l'antiquité gréco-romaine
Language :
Italian
Title :
Gli scavi di Ostia Antica e lo sviluppo marittimo di Roma nei primi decenni del Novecento
Publication date :
20 May 2021
Event name :
Da Roma al mare : politica, archeologia, urbanistica (1900-1945)
Event organizer :
Fabrizio Oppedisano
Paola S. Salvatori
Federico Santangelo
Event date :
20 mai 2021
Audience :
International
Available on ORBi :
since 14 January 2023

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